Mustafa Kemal Atatürk

ATATÜRK, IL PADRE DELLA TURCHIA MODERNA

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Mustafa Kemal Atatürk, dopo la sconfitta e la dissoluzione dell’Impero Ottomano alla fine della prima guerra mondiale, creò l’entità nazionale della Turchia divenendone presidente. Atatürk impose una serie di riforme che trasformarono le vecchie strutture dell’impero in quelle moderne della neonata nazione turca.

Mustafa Kemal Pasha nacque in un giorno imprecisato del 1881. Si ritiene che la città natale fosse Salonicco. La sua famiglia, benché di origine turca, era di provenienza slava. La religione praticata dai genitori e dai suoi parenti era la mussulmana sunnita. Il padre, ex militare appartenente alla piccola borghesia della città, fece frequentare al figlio scuole laiche. Kemal si iscrisse poi al liceo militare di Salonicco. Proseguì gli studi all’accademia militare e alla scuola di guerra di Costantinopoli, diventando un ufficiale di carriera. Nel 1905 divenne capitano, uno dei più giovani e brillanti ufficiali dell’esercito ottomano. Dopo la promozione fu destinato, come ufficiale di stato maggiore, all’armata di stanza in Egitto. Qui divenne membro del movimento politico-militare Patria e Libertà.

In seguito Kemal aderì all’associazione dei “Giovani Turchi”. Diversi membri di questa associazione erano ufficiali delle forze armate. I Giovani Turchi si ispiravano alle idee mazziniane. Gli obiettivi del movimento erano la creazione di una monarchia costituzionale e la modernizzazione della società e dell’esercito in un ambito rigorosamente laico. Inizialmente si chiamavano Giovani Ottomani, poi, dopo il disfacimento dell’impero, i confini dell’azione politica del movimento si limitarono a un recupero dell’identità nazionale turca.

Il sultano Abdul Hamid II agli inizi del novecento promosse un repulisti degli aderenti al movimento dei Giovani Turchi presenti nelle forze armate, procedendo con espulsioni e fucilazioni. Nel 1908 gli ufficiali dell’esercito appartenenti al movimento marciarono su Costantinopoli con le loro truppe. Fu un colpo di stato che costrinse il sultano a ripristinare la costituzione del 1876. Ma l’anno seguente, anche a causa della crisi dell’impero sorta in seguito alle istanze indipendentiste di alcune regioni balcaniche, fu ripristinato un governo autoritario con l’abolizione della costituzione. Nell’aprile del 1909 i Giovani Turchi costrinsero alle dimissioni il sultano che fu sostituito dal fratello Maometto V.

Nel 1911 Mustafa Kemal partecipò alla guerra italo-turca per il controllo della Libia. L’Italia schierò 150.000 uomini contro 8.000 soldati dell’esercito regolare turco, integrati da 20.000 beduini inquadrati sotto il vessillo imperiale. A causa dell’enorme disparità tra le forze in campo, l’Impero Ottomano fu costretto a cedere all’Italia le tre regioni storiche che formano l’attuale Libia: Cirenaica, Fezzan e Tripolitania. Kemal rimase ferito a un occhio dallo scoppio di una bomba durante i combattimenti.

Dopo la Libia Mustafa Kemal fece parte delle truppe impiegate nelle guerre balcaniche che si combatterono tra il 1912 e il 1913. Si distinse nella difesa della Tracia e della città di Adrianopoli, antica capitale dell’Impero Ottomano. Alla fine del conflitto ebbe l’incarico di addetto militare presso gli stati balcanici con il grado di colonnello.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, nella quale l’Impero si schierò con Germania e Austria, Kemal partecipò alla difesa di Gallipoli, dove si distinse per le sue capacità strategiche. In seguito fu ufficiale di stato maggiore della II armata impegnata nel Caucaso contro i russi. Anche in questa occasione Kemal si distinse in una controffensiva nella quale riprese alle forze russe le città Bitlis e Muş. Nel 1917 ebbe l’incarico di accompagnare il principe ereditario in una visita in Germania. Kemal visitando il fronte occidentale tedesco si rese conto dell’imminente sconfitta delle potenze centrali e non esitò a esprimere questa opinione al Kaiser in persona. Nel 1918 fu nominato comandante delle forze imperiali in Palestina. Nulla poté contro la potenza di fuoco dei britannici e a ottobre organizzò il ritiro delle truppe turche in madrepatria.

L’Impero Ottomano uscì sconfitto e distrutto dalla grande guerra. Truppe inglesi, francesi e italiane avevano occupato la capitale Costantinopoli. La Grecia ottenne la Tracia a esclusione della regione di Costantinopoli. Inoltre occupò Smirne, città la cui maggioranza degli abitanti era di origine greca, e la regione circostante. Divennero greche anche le isole del Dodecaneso. Fu quasi impossibile fare una suddivisione dell’Anatolia tra tutti i paesi che ne rivendicavano pezzi in base alle promesse fatte negli accordi di alleanza della prima guerra mondiale. La parte araba dell’impero fu divisa in zone di influenza inglese e francese. Palestina, Giordania e Iraq furono sotto influenza dei britannici. Libano e Siria andarono ai francesi. Nell’Africa araba l’Egitto, formalmente indipendente, era sotto protettorato inglese. La Libia era italiana. Tunisia, Algeria e Marocco erano controllati dai francesi.

In questo grande caos geopolitico emersero inaspettatamente le doti di leader di Mustafa Kemal. Nel luglio del 1919 Kemal lasciò quel che rimaneva dell’esercito ottomano. Il 4 settembre del 1919, il congresso di Sivas prendeva atto della perdita dell’impero e decise la creazione di uno stato nazionale turco, Mustafa Kemal fu nominato capo del comitato esecutivo del congresso. Nelle elezioni del dicembre del 1919 il partito guidato da Kemal ottenne una schiacciante maggioranza. Due entità statali si contendevano il potere in Turchia. A Costantinopoli governavano le residue strutture dell’Impero Ottomano con a capo l’ultimo sultano Maometto VI, appoggiato dalle forze occupanti. Ad Ankara invece governava la Grande Assemblea Nazionale guidata da Mustafa Kemal. Dopo la firma da parte del Gran Visir del trattato di Sèvres, un vero e proprio atto di resa alle potenze occupanti, Kemal formò una forza armata turca per contrastare le mire armene sull’Anatolia orientale e quelle greche sulla regione di Smirne.

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La guerra greco-turca era iniziata nel 1919. Nella parte occidentale della Turchia l’esercito fino ad allora aveva opposto una strenua resistenza al corpo di spedizione greco che, dopo aver occupato Smirne, mirava a una notevole fetta dell’Anatolia, ben al di là della regione di Smirne. Nella battaglia di Afyonkarahisar-Eskişehir del luglio del 1921 l’esercito ellenico ottenne una vittoria che gli permise di avanzare fino alla periferia di Ankara. Nel 1921 i turchi riuscirono a liberare il lato orientale dell’Anatolia dall’occupazione armena. Quindi concentrarono tutte le forze che avevano a disposizione contro il forte e temibile corpo di spedizione greco. Francesi e italiani si schierarono con il movimento nazionalista, fornendo armi e appoggi ai combattenti turchi.

Il 5 agosto del 1921 Mustafa Kemal ottenne il comando assoluto dell’esercito turco. Nel 1922 Kemal organizzò un contrattacco contro gli occupanti greci, dopo aver rifiutato una proposta di armistizio, elaborata da Francia e Inghilterra, che prevedeva che la Grecia avesse sotto il suo controllo la sola regione di Smirne. Il 9 settembre, dopo strenui combattimenti, la cavalleria turca entrò nella città di Smirne mentre il corpo di spedizione greco, in rotta, si imbarcava sulle navi arrivate in soccorso dalla madre patria. Il 13 settembre un grande incendio coinvolse numerosi edifici della città. Uno spettacolo impressionante si presentò ai marittimi delle navi in rada. Fiamme si sollevavano da ogni lato della città mentre una folla disperata, formata da cittadini di origine ellenica, si accalcava sui moli del porto cercando di imbarcarsi per raggiungere la Grecia. Solo alcune navi italiane e giapponesi accettarono di imbarcare una parte di questi disperati. 

Nel 1922 Il governo espresso dall’Assemblea Nazionale abrogò il sultanato. Maometto VI fu costretto all’esilio a Malta. Si trasferì poi a Sanremo dove visse per il resto della sua esistenza. Maometto VI morirà nella cittadina ligure nel 1926. Sarà sepolto a Damasco.

Nel 1923 fu proclamata la Repubblica Turca il cui territorio corrispondeva a quello attuale della Turchia. Il primo presidente fu Mustafa Kemal. La presidenza di Kemal si contraddistinse per l’approccio laico e modernista. Kemal abolì le vetuste strutture amministrative, legislative e militari del vecchio Impero Ottomano. Uno dei primi provvedimenti legislativi adottati fu il riconoscimento della parità dei sessi. Le elezioni furono tenute con il suffragio universale. Furono tolte tutte le prerogative al clero islamico che fu posto sotto il controllo dello stato.

In campo culturale fu adottato l’alfabeto latino che andò a sostituire la scrittura araba utilizzata fino ad allora. Un cambiamento epocale che, se creò enormi difficoltà nell’immediato, portò a dei grossi benefici nel tempo. La complicata lettura e scrittura dell’arabo era stata riservata fino ad allora a quei pochi che avevano avuto la possibilità di frequentare le scuole islamiche controllate dal clero. Queste furono chiuse per legge e fu creata l’istruzione pubblica obbligatoria e gratuita.

Fu proibito il velo alle donne e il fez, il turbante e l’abito tradizionale turco agli uomini, obbligando tutti a un abbigliamento di tipo occidentale. Furono riformati il codice civile e il codice penale che presero ad esempio quello italiano. Venne adottato il calendario gregoriano, unificando i diversi calendari in vigore legati alle tradizioni delle varie religioni presenti sul territorio. Il giorno festivo del venerdì fu abrogato in favore della domenica. Ai funzionari pubblici vennero proibite barba e baffi. La città di Costantinopoli cambiò il nome in Istanbul.  

Nel 1934, in occasione della legge che istituiva i cognomi di famiglia, assenti nella tradizione ottomana, Mustafa Kemal adottò come suo cognome Atatürk, una parola turca che significava padre della patria.

Kemal Atatürk assegnò all’esercito il compito di sorvegliare che le strutture laiche dello stato non venissero nel tempo abolite, prevedendo per legge la possibilità che l’esercito potesse intervenire sulle autorità politiche per impedire deviazioni dalla linea tracciata dal fondatore della moderna Turchia. Era la legalizzazione del “colpo di stato militare”.  

Il padre della patria Kemal Atatürk si spense il 10 novembre del 1938 a Istanbul a causa di una cirrosi epatica. Le sue spoglie riposano nel mausoleo Anıtkabir di Ankara.