
NAPOLI AL TEMPO DI …
di Silvano Napolitano
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I vichinghi che abitavano la Scandinavia avevano conquistato buona parte dell’Europa del Nord. Durante il medioevo avevano occupato la Normandia, l’Inghilterra, l’Islanda, le terre affacciate sul Baltico e avevano fondato un regno, Rus’ di Kiev, tra l’odierna Polonia, le Repubbliche Baltiche, la Bielorussia, l’Ucraina e la Russia. Rus’ significava in norreno antico “rematori” ad indicare che i vichinghi si consideravano un popolo di navigatori e avevano fondato la loro potenza sulle capacità marinare delle sue genti e sui veloci “drakkar”, le lunghe imbarcazioni che utilizzavano per le loro scorrerie.
La lingua dei vichinghi era il norreno. Era suddivisa in norreno occidentale, dalla quale derivano il Nynorsk, diffuso nell’ovest della Norvegia, l’Islandese e il Faroese, e l’orientale, da cui hanno tratto origine lo svedese, il danese e la lingua Bokmål, parlata dalla maggioranza dei norvegesi.
Nel medioevo i vichinghi si dedicarono alla conquista di nuove terre poiché in Scandinavia la vita era particolarmente difficile a causa dell’impossibilità di praticare l’agricoltura e l’allevamento a causa della latitudine. Difficoltà che aumentarono con la piccola glaciazione che a partire dal XIII secolo colpì l’Europa e in modo particolare le terre del nord.
Nel 1397, in seguito agli accordi di Kalmar, la regione scandinava divenne un’unione personale controllata dal regno di Danimarca. Fu la regina Margherita di Danimarca a promuovere l’unione sposandosi con Haakon, re di Norvegia e Svezia. Ognuno dei tre regni, il danese, il norvegese e lo svedese conservò la propria autonomia. Il regno di Norvegia comprendeva anche le isole Fær Øer, l’Islanda e la Groenlandia. Dopo pochi anni Margherita di Danimarca rimase vedova e perse prematuramente anche il figlio Olaf.
La Svezia, che comprendeva buona parte dell’attuale Finlandia, era stata conquistata nel 1389 dal re Haakon dopo aver sconfitto il pretendente al trono Alberto di Macleburgo. L’unione scandinava si riprometteva di contrastare il potere delle città costiere tedesche riunite nella Lega Anseatica e facilitare i propri commerci marittimi. Margherita, dopo la morte del suo unico figlio, adottò il nipote Erik di Pomerania che venne incoronato, dopo l’abdicazione della madre avvenuta nell’ambito degli accordi di Kalmar, come re Erik VIII di Danimarca, Erik XIII di Svezia ed Erik III di Norvegia.
DANIMARCA
Il regno di Erik si distinse per le lotte che condusse contro la Lega Anseatica. Le città anseatiche imposero un blocco navale sull’intera penisola scandinava provocando il malcontento degli svedesi nei confronti di Erik di Pomerania. Nel 1439 il risentimento verso Erik di svedesi, norvegesi e danesi culminò con la deposizione del re. A partire da quella data l’Unione di Kalmar perse il suo appeal nei confronti dei paesi aderenti. L’unione tra questi stati divenne solo formale. Nei fatti ognuno faceva da sé. Furono diversi gli scontri armati tra Svezia e Danimarca. I due stati si contendevano la supremazia sulla Scandinavia.
La fine dell’Unione avvenne ufficialmente nel 1536. Il Consiglio Segreto di Danimarca dispose, senza avvisare la Norvegia, che la stessa divenisse una provincia del Regno Danese. La Groenlandia, l’Islanda e le isole Fær Øer passarono dalla Norvegia alla Danimarca.
In quegli stessi anni si diffuse la riforma protestante tra i cittadini della Scandinavia. Ci furono diversi scontri tra i cattolici, che avevano il loro paladino nel conte Cristoforo, e i luterani, guidati dal re Cristiano III di Danimarca. L’esercito regolare danese sconfisse i ribelli cattolici. Nel 1536 fu il re di Svezia Gustavo Vasa a sconfiggere i cattolici della Scania, la regione più a sud della Svezia. Il luteranesimo prese il sopravvento nei tre paesi scandinavi divenendone la religione di stato. L’unione tra Danimarca e Norvegia si consolidò grazie alla comune religione luterana praticata dai loro cittadini.
Un periodo di benessere investì il regno di Danimarca grazie alle tariffe doganali sulle merci, in particolare il grano polacco, che attraversavano via mare l’Øresund controllato dalla marina danese. Si consolidarono i rapporti tra questo paese e gli altri che si affacciavano sulla costa del mare del Nord, in particolare l’Olanda. A causa della guerra degli ottant’anni si era verificata una notevole migrazione di gente dei Paesi Bassi che si trasferiva in Danimarca. Questo facilitò i rapporti commerciali con le città mercantili della costa olandese.
Cristiano IV creò la Compagnia Danese delle Indie con l’intento di fondare una propria colonia nello Sri Lanka. La Compagnia, meno fortunata della sua consorella olandese, riuscì solo ad acquisire la piccola città indiana di Tranquebar dove stabilì una propria base mercantile. Cristiano IV intervenne anche nella Guerra dei Trent’anni subendo una disastrosa sconfitta da parte dell’esercito cattolico di Albrecht von Wallenstein, che occupò l’intera penisola dello Jutland. La disastrosa sconfitta, pur non provocando la perdita dello Jutland, mise in evidenza la maggior potenza del regno di Svezia. Nel 1643 Gustavo II di Svezia scacciò i danesi dalla regione della Scania, la parte più meridionale della Svezia.
Nel 1657 Federico III di Danimarca mosse di nuovo guerra contro gli svedesi volendo ricostituire l’unione dei paesi scandinavi. Ma fu di nuovo sconfitto dagli svedesi guidati da re Carlo X Gustavo il cui esercito, proveniente da una sfortunata campagna in Polonia, aveva attraversato a piedi il Piccolo Belt ghiacciato, occupando le isole danesi. Il conflitto terminò con l’assedio di Copenaghen del 1658 che durò due anni senza che la città si arrendesse. Nella guerra di Scania del 1675 la Danimarca si estese oltre la penisola dello Jutland occupando parti dello Schleswig e dell’Holstein.
Le guerre napoleoniche videro la Danimarca schierarsi con la Lega della Neutralità Armata insieme a Russia, Prussia e Svezia. L’adesione alla lega fu considerata dal Regno Unito un atto di ostilità nei suoi confronti. Nel 1801 gli inglesi sconfissero la flotta danese. Nel 1807 le navi inglesi misero sotto il loro tiro di artiglieria Copenaghen provocando dei vasti incendi che distrussero alcuni quartieri della capitale. Il blocco navale della flotta inglese, che interessò lo stretto di Skagerrak, impedì i commerci mercantili danesi e le comunicazioni tra Danimarca e Norvegia, provocando una grave crisi economica. Nel 1814, in seguito al trattato di Kiel, la Norvegia si staccò dalla Danimarca e formò un’unione con la Svezia. Alla Danimarca restarono la Groenlandia, l’Islanda e le isole Fær Øer. A seguito delle rivoluzioni del ’48 che interessarono tutta l’Europa, la Danimarca diventò una monarchia costituzionale. Nel 1864 la Prussia occupò lo Schleswig/Holstein.
La neutralità del paese scandinavo durante la prima guerra mondiale fu premiata dalle potenze vincitrici con l’offerta della restituzione della regione confinante con la Germania sconfitta. Il governo danese rifiutò accettando che si svolgesse un referendum nello Schlewig per verificare l’effettiva volontà della popolazione alla riannessione. Il solo plebiscito che riguardava lo Schleswig del nord ebbe esito positivo. La regione fu ricongiunta alla Danimarca il 10 luglio del 1920.

RACCONTI DA CAPRI
di Silvano Napolitano
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ISLANDA
L’Islanda fu colonizzata dai navigatori norvegesi a partire dal IX secolo. I vichinghi che occuparono l’isola portarono al loro seguito anche schiavi d’origine irlandese e scozzese. Gli scambi di popolazione tra Islanda e Norvegia continuarono nel tempo a causa del sovraffollamento delle poche terre vivibili del paese scandinavo. L’isola fu stabilmente abitata, in particolare nella parte occidentale che presentava caratteristiche più adatte all’agricoltura e all’allevamento.
Risale a questo periodo la creazione dell’assemblea popolare Althing, che viene considerata uno dei parlamenti più antichi. L’assemblea decideva le leggi che venivano riportate oralmente. Non esisteva un’autorità centrale e l’amministrazione era demandata ai vari clan e ai loro capi.
Erik il Rosso e suo figlio Leif Ericsson partirono dall’Islanda scoprendo la Groenlandia. Costituirono una colonia vichinga nella parte più meridionale dell’isola. La regione era già abitata dagli Inuit che ne occupavano la parte centrale e settentrionale. Erik il Rosso e i suoi figli continuarono nelle esplorazioni di quelle terre approdando nel Vinland, attuale Terranova (Canada), dove sono stati ritrovati le rovine del villaggio vichingo fondato da Leif Ericsson intorno all’anno 1000.
Nel 1262, con il Gamli Sáttmáli, il regno d’Islanda formò un’unione con la monarchia norvegese. Il trattato di Kalmar incorporò l’Islanda nell’Unione dei paesi scandinavi. Nel 1537 il Luteranesimo diventò religione di stato anche in Islanda. Nel 1814, all’atto della separazione tra Norvegia e Danimarca, l’Islanda rimase un possedimento di quest’ultimo regno.
Il 1° dicembre del 1918 il paese insulare divenne completamente indipendente. L’unico legame era il re in comune con la Danimarca. Inoltre gli affari esteri e quelli della difesa furono delegati dall’Althing al paese scandinavo. Il 17 giugno del 1944 fu proclamata la Repubblica d’Islanda.
NORVEGIA
Il regno norvegese ebbe inizio nel 793. Era formato da 29 piccoli regni che affacciavano sulla costa. Erano tutti governati da Konungar (re). Quelli situati nella regione più a nord, l’Hålogaland, erano invece governati da Jarl.
La Norvegia era abitata da Vichinghi o, più propriamente, da Norreni, principalmente dediti alla pirateria. Con le loro agili imbarcazioni, chiamate drakkar, che procedevano a remi o a vela, i Vichinghi attraversavano il mare del Nord per depredare le cittadine e i ricchi monasteri delle coste inglesi e scozzesi, oltre che i centri rivieraschi germanici e olandesi. In tal modo accumularono ingenti ricchezze che permettevano loro una vita agiata a dispetto delle condizioni climatiche proibitive che non consentivano agricoltura e allevamento.
Nell’872 re Harald Hårfagre riunì tutta la Norvegia sotto la sua corona. Re Olaf Haraldson, che alla sua morte, avvenuta nel 1030, fu dichiarato santo, introdusse il cristianesimo nel regno di Norvegia. Nel 1262 il regno era esteso fino alla penisola di Kola e comprendeva l’isola di Man, le Fær Øer, l’Islanda e la Groenlandia.
Nel 1363 Haakon VI di Norvegia sposò Margherita di Danimarca. Il matrimonio facilitò il Trattato di Kalmar con il quale furono unificati i regni di Norvegia, Svezia e Danimarca. Da quel momento terminò l’indipendenza della Norvegia, anche se formalmente era parte di un’unione delle corone nella quale veniva conservata l’indipendenza dei singoli regni che ne facevano parte. La Norvegia era il più povero dei tre regni e quindi divenne nei fatti una dipendenza della Danimarca. Dopo la fine dell’unione di Kalmar avvenuta nel 1523 la Norvegia divenne una provincia danese.
La subordinazione alla Danimarca durò fino al periodo napoleonico. Durante le campagne dell’imperatore francese la Danimarca si schierò dal lato sbagliato delle alleanze. Affiancò la Francia contro le varie coalizioni tra Inghilterra, Austria e Russia. Nel 1808 la Svezia invase la Norvegia. Il trattato di Kiel del 1814, tra il re di Danimarca Cristiano VIII e il principe ereditario di Svezia Carlo Giovanni, che altri non era che l’ex maresciallo di Francia Jean-Baptiste Bernadotte adottato come erede da re Carlo XIII di Svezia, ratificò il passaggio della Norvegia all’impero svedese. I norvegesi si dimenticarono di far inserire nel trattato i loro ex possedimenti Fær Øer, Islanda e Groenlandia che in tal modo rimasero alla Danimarca.
La rivoluzione francese aveva risvegliato i sentimenti nazionalistici della popolazione. I tentativi di indipendenza furono soffocati dalla Svezia. I norvegesi comunque ottennero che il Regno di Norvegia, di cui era re Carlo XIII di Svezia, fosse autonomo dal regno svedese.
Il 13 agosto del 1905 un referendum popolare sciolse l’unione con la Svezia. La Norvegia acquisì la piena indipendenza. Fu eletto re il principe Carlo di Danimarca che prese il nome di Haakon VII di Norvegia.
Durante la prima guerra mondiale, nonostante la proclamata neutralità, la flotta norvegese appoggiò logisticamente la Gran Bretagna trasportando derrate alimentari destinate alla popolazione inglese. La Norvegia fu considerata “alleato neutrale” dal Regno Unito.

I BONAPARTE. Una storia quasi italiana
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SVEZIA
I Vichinghi che abitavano le coste della Svezia preferirono operare con i loro veloci drakkar all’interno del mar Baltico. I loro obiettivi erano le cittadine costiere tedesche e polacche, quelle delle attuali Repubbliche Baltiche, Russia e Finlandia. Seguendo il corso dei grandi fiumi che sfociano nel mar Baltico si spinsero all’interno della Polonia e della Russia arrivando fino in Ucraina.
Alla fine del IX secolo fondarono un impero che comprendeva buona parte dell’attuale Russia, i paesi Baltici, la Polonia, la Bielorussia e l’Ucraina. L’impero, chiamato Rus’ di Kiev, partendo dal Baltico arrivava alle sponde del mar Nero e del mar Caspio. La denominazione “Rus’ ” faceva riferimento al nome dei clan vichinghi della Svezia che presero il potere su quel territorio. L’impero Rus’ di Kiev terminò nel 1240 quando i Tatari della Mongolia rasero al suolo la capitale Kiev.
Con l’unione di Kalmar, promossa dalla regina Margherita I di Danimarca, il regno di Svezia, compresa la Finlandia, si cristianizzò, abbandonando i riti pagani delle originarie popolazioni norrene. Il XVI secolo vide lo scoppio di contrasti tra svedesi e danesi, una vera e propria guerra che ebbe come risultato l’abbandono dell’unione da parte della Svezia nel 1523.
Il re Gustavo Vasa, che aveva conquistato l’indipendenza del paese, introdusse il Luteranesimo come religione di stato, cacciando i preti cattolici che si erano schierati con la Danimarca durante il conflitto. Gli ingenti beni della chiesa, circa un quinto dell’intera ricchezza nazionale, andarono a incrementare il tesoro della corona. Nel 1544 il Riksdag, l’assemblea dei quattro stati (nobiltà, clero, borghesia e proletariato), proclamò l’ereditarietà del regno consolidando la dinastia Vasa.
Nel 1611 iniziò la cosiddetta “Età dell’oro” con la salita al trono di Gustavo II Adolfo Vasa che regnò fino al 1637. Gustavo Adolfo modernizzò l’amministrazione statale e promosse una riforma in senso costituzionale. Guidò il paese verso l’espansione territoriale conquistando la Livonia, l’Ingria e la Carelia. Allo scoppio della Guerra dei Trent’anni la Svezia si alleò con la Francia. Le truppe svedesi, le più addestrate e meglio armate dell’epoca, andarono alla conquista della Pomerania. Nel 1632, durante la battaglia di Lützen, Gustavo Adolfo fu colpito a morte da un colpo di archibugio sparato per errore da un suo soldato.
Sua figlia Cristina di Svezia continuò la politica di sviluppo del padre, conquistando la Pomerania, Brema e Wismar. Cristina non aveva eredi. Nel 1654 terminò la gloriosa dinastia dei Vasa che tante ricchezze e potere aveva portato alla Svezia.
Nel XVIII secolo ci furono grandi contrasti tra il potere del re e quello del Riksdag, che rappresentava i quattro stati della cittadinanza svedese. La monarchia divenne solo un elemento di rappresentanza poiché il Riksdag aveva concentrato su di sé sia il potere legislativo che quello esecutivo, che era esercitato formalmente dal Riksråd, il quale veniva controllato dal parlamento che aveva il potere di revocarne i consiglieri.
Due episodi sconvolsero gli equilibri tra la monarchia e il parlamento. La sconfitta nella guerra russo-svedese del 1743 registrò la perdita della Finlandia che divenne un protettorato russo. La guerra dei “Sette anni” del 1756-1763 tra una coalizione formata da Regno Unito, Prussia e Hannover contro Francia, Austria, Sassonia, Russia e Svezia ebbe come esito la sconfitta della coalizione a cui aveva aderito la Svezia. La conseguenza delle due débâcle fu lo spostamento del potere effettivo dal Riksdag alla monarchia. Gustavo III di Svezia divenne, con il colpo di stato del 1772, un monarca assoluto, in ciò appoggiato dalle altre case regnanti europee che mal sopportavano che una monarchia europea fosse un semplice simbolo senza potere.
Il periodo napoleonico vide la Svezia schierarsi con il Regno Unito nelle coalizioni antifrancesi. Varie furono le sconfitte subite dall’esercito svedese. Nel 1809 il re Gustavo IV Adolfo fu costretto alle dimissioni in favore dello zio Carlo XIII. Carlo XIII non aveva figli e per evitare che il regno di Svezia divenisse una preda di Napoleone adottò come erede il maresciallo di Francia Jean-Baptiste Bernadotte. Questi era uno dei generali più vicini a Napoleone. Era poi stato messo da parte a causa del sospetto di una tresca della moglie Désirée Clery con Napoleone e anche in conseguenza di voci riportate a Napoleone circa il suo coinvolgimento nella “cospirazione dei libelli”. Accettò quindi con entusiasmo la proposta del re di Svezia di diventare erede del trono, acquisendo il nome di Carlo Giovanni di Svezia. Nel 1811 divenne reggente prendendo l’effettiva guida del paese.
Dopo un primo periodo durante il quale era stato al fianco dei francesi, nel 1812, a causa dell’invasione della Pomerania svedese, si schierò con le alleanze avverse a Napoleone. Partecipò alla sesta e settima coalizione contro il suo antico comandante. L’esercito svedese in tali occasioni mostrò una estrema lentezza nelle sue avanzate. Nella battaglia di Lipsia dove erano presenti anche le truppe svedesi guidate da Bernadotte, questi si mostrò riluttante ad attaccare i francesi. Inoltre, in occasione della sconfitta di Napoleone evitò che le sue truppe entrassero sul territorio francese. Si fermarono ai confini con la Germania.
Nel 1814 il trattato di Kiel ratificò il passaggio del Regno di Norvegia dalla corona danese a quella svedese. Il movimento indipendentista norvegese si oppose al controllo svedese. Bernadotte minacciò il blocco del grano se non fossero stati rispettati i termini dell’accordo di Kiel. L’esercito svedese invase la Norvegia. Alla fine si venne ad un compromesso che prevedeva l’indipendenza della Norvegia sotto la corona del re di Svezia.
L’unione ebbe alti e bassi durante tutto l’ottocento. Nel 1905 la volontà della Norvegia di separarsi dalla Svezia ebbe il sopravvento. Nonostante la proposta della corona svedese di separare completamente l’amministrazione dei due stati e la perfetta parificazione tra Norvegia e Svezia, i due paesi iniziarono i preparativi per uno scontro militare. Gli svedesi destinarono 100 milioni di corone per le spese belliche mentre i norvegesi chiesero un prestito alla Francia di 40 milioni di corone con lo stesso obiettivo. La Norvegia proclamò un plebiscito per il 14 agosto del 1905 nel quale la popolazione dichiarò la propria volontà d’indipendenza. Poco dopo il re Oscar di Svezia rinunciò alle proprie prerogative sul trono di Norvegia. I norvegesi scelsero come nuovo re Carlo di Danimarca.
Nella prima guerra mondiale la Svezia adottò quelle che gli inglesi chiamavano “neutralità armata”. In effetti la neutralità svedese trovava i suoi limiti nelle simpatie del governo conservatore nei confronti dei tedeschi. Le imprese estrattive del paese fornivano all’industria bellica tedesca il ferro necessario per la produzione di armi. I paesi avversari della Germania applicarono alla Svezia il blocco delle derrate alimentari. Un gran numero di svedesi fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti a causa della carenza di cibo. La popolazione, costretta alla fame, si ribellò al governo conservatore in carica che diede le dimissioni. Il nuovo governo socialdemocratico chiese l’ingresso della Svezia nella Società delle Nazioni. Il suo primo ministro Hjalmar Branting, che vinse il premio Nobel per la pace nel 1921, trasformò l’economia svedese da capitalista a socialista.
FINLANDIA
Erik di Svezia iniziò la conquista della Finlandia nel 1155. Il motivo ufficiale era la cristianizzazione dei popoli Finni, Careli e Sami che abitavano quel territorio. L’occupazione della Finlandia da parte della Svezia diede inizio ad una serie di contrasti, spesso sfociati in scontri, con l’impero russo per il controllo di quella vasta regione che comprendeva anche la Carelia e la penisola di Kola.
Nel 1323 fu firmato il Trattato di Nöteborg che prevedeva il dominio svedese sulla Finlandia e la Carelia occidentale e quello russo sulla Carelia orientale e sulla penisola di Kola. La suddivisione determinò l’occidentalizzazione della Finlandia e l’influenza politica e culturale della Russia sulla parte orientale della Carelia fino all’estremo nord che si affaccia sul mar Bianco e sul mar Artico.
Nei secoli successivi la Finlandia fu completamente integrata nel regno di Svezia godendone dei benefici e dei pesi, il più pesante dei quali era di essere la regione cuscinetto con la Russia, che si opponeva alle mire espansionistiche dell’Impero svedese su territori sotto il proprio dominio.
La “Grande guerra del nord” tra il 1700 e il 1721 e quella “russo-svedese” tra il 1741 e il 1743 determinarono il passaggio di vaste regioni della Finlandia alla Russia. Nel 1807, dopo che la Svezia si era rifiutata di aderire all’alleanza con francesi e russi contro l’Inghilterra, la Russia mosse guerra contro il regno scandinavo, sconfiggendo l’esercito svedese. Con la pace di Hamina la Svezia rinunciò alla Finlandia in favore della Russia.
La Finlandia fu elevata a rango di Granducato. Dipendeva dalla Russia solo per la politica estera e per la difesa. L’amministrazione rimase autonoma, il corpo legislativo invariato e la religione luterana dei finlandesi rispettata. La lingua svedese continuò a essere considerata la lingua ufficiale del Granducato. Turku fu sostituita come capitale da Helsinki in seguito a un incendio che aveva distrutto completamente l’antica città.
Nel 1899 lo zar Nicola II mise bruscamente fine all’autonomia del paese. Nel 1906 uno sciopero generale costrinse lo zar a fare una parziale marcia indietro sulla pretesa di russificare la Finlandia. Ormai aveva perso la fiducia della popolazione e il seme dell’indipendenza prese piede nella società finlandese. Con lo scoppio della prima guerra mondiale e in seguito alla rivoluzione bolscevica la Finlandia dichiarò la propria indipendenza. All’interno del paese si scontrarono due fazioni. La socialdemocratica guardava con simpatia alla rivoluzione bolscevica, mentre la fazione dei Bianchi temeva un ritorno della Russia. Il generale Carl Gustav Mannerheim riuscì a fermare la deriva bolscevica finlandese con l’aiuto dei tedeschi. Nel 1919 nacque la Repubblica di Finlandia. Le isole Åland, contese con la Svezia, furono infine assegnate dalla Società delle Nazioni alla Finlandia. Le vicende della seconda guerra mondiale portarono alla cessione all’Unione Sovietica del territorio che si affaccia sul mar Artico. Inoltre dovette arretrare il confine sud-est con la Russia perdendo lo sbocco sul lago Ladoga.
Oggi le bandiere dei cinque stati nordici, Danimarca, Islanda, Norvegia, Svezia e Finlandia presentano tutte la croce nordica (detta anche scandinava) e si differenziano solo per i diversi colori dei loro vessilli.
(Immagine in alto: Paesi Scandinavi, Historical Atlas di William R. Sheperd, 1923)