È seduta sulla poltrona dell’aliscafo che la sta riportando a Napoli, accanto all’oblò. Il suo sguardo assente è rivolto verso il mare di un azzurro profondo, un mare calmo solcato solo dall’onda prodotta dalla prua dell’imbarcazione. Ripensa agli anni della gioventù, e anche della maturità, quando trascorreva le estati di Capri in compagnia del suo amico con il quale ieri si è accompagnata per l’ultima volta. Ha fatto compagnia a Pietro nella chiesa di Santo Stefano. Il suo corpo stava racchiuso nella bara, appoggiata su un tappeto rosso davanti all’altare. Poi si è unita al corteo seguendo il feretro fino al piccolo cimitero dell’isola, dove ha dato l’addio definitivo al suo miglior amico. Era il funerale di Pietro Capuano, che tutti a Capri conoscevano come Chantecler, dal nome della sua gioielleria. Non sarebbe più tornata sull’isola.
Edda Ciano, la figlia maggiore di Benito Mussolini, nasce il 1° settembre del 1910 a Forlì. Alcune abrasioni e correzioni sui registri dell’anagrafe di Forlì fanno nascere il dubbio che Edda sia effettivamente figlia della moglie di Mussolini, Rachele Guidi. Benito e Rachele avevano iniziato la loro convivenza a metà gennaio di quell’anno. Edda era stata concepita prima dell’inizio della convivenza, ciò non esclude che sia figlia di Rachele. Pettegolezzi riportati da avversari politici ipotizzano che Edda possa essere figlia di Angelica Balabanoff, una socialista che Mussolini ha conosciuto durante il suo soggiorno in Svizzera e di cui è diventato amante. Nel 1912, nel periodo in cui Mussolini dirige il giornale “Avanti”, la Balabanoff viene nominata condirettrice del foglio socialista. La giornalista russa è di origine ebraica, pacifista convinta tanto da coniare lo slogan “guerra alla guerra”. Dopo il 1917 si trasferisce a Mosca, aderendo agli ideali della rivoluzione bolscevica. Nel 1920 diviene segretaria della “Terza internazionale comunista”. Dopo qualche anno, disillusa dalla dirigenza del partito bolscevico si trasferisce in Svezia. Vive gli anni del fascismo tra Vienna, Lugano, Parigi e New York. Torna in Italia dopo la guerra, aderendo al partito socialdemocratico.
Gli amori giovanili di Edda sono numerosi. Il padre, che aspira per la figlia a un matrimonio con qualche rampollo dell’alta nobiltà, è preoccupato per i numerosi e mai duraturi amori di Edda. Quando la figlia gli comunica che ha intenzione di sposarsi con Gian Galeazzo Ciano, uno dei migliori partiti a cui si possa aspirare, rampollo di una ricca e nobile famiglia toscana, rimane tanto lietamente sorpreso, che inizia a girare per casa in mutande annunciando la buona novella agli altri membri della famiglia.
Questa storia è tratta dal volume “RACCONTI DA CAPRI” di Silvano Napolitano. AMAZON.IT
Galeazzo, toscano di origine, aveva svolto i suoi studi a Venezia e a Genova. Era stato giornalista de “La Tribuna”, periodico fascista molto ligio alle direttive del partito. Aveva poi intrapreso la carriera diplomatica ottenendo la nomina di addetto all’ambasciata di Rio de Janeiro. Nel 1930 Edda e Galeazzo convolano a nozze. La luna di miele la trascorrono a Capri, alloggiati in una suite dell’Hotel Quisisana. Per Edda l’isola è una rivelazione. La bellezza di Capri, il mare limpido e azzurro, la mondanità dei locali più “à la page” la conquistano. È durante la luna di miele che tutti iniziano a chiamarla “contessa”, in virtù del fatto che il marito è conte di Cortellazzo e Buccari. L’isola diventerà il luogo preferito delle sue vacanze per il resto della vita. Al ritorno da Capri Ciano viene nominato dal suocero console a Shangai. In Cina ha la possibilità di dimostrare tutte le sue doti di diplomatico. I coniugi Ciano diventano un punto di riferimento nella vita mondana dei diplomatici europei nella città cinese. Nel 1933 la famiglia Ciano rientra in Italia. Mussolini, anche in virtù delle capacità dimostrate durante l’incarico di console in Cina, nomina il genero sottosegretario alla stampa e alla cultura. Nel 1935 Ciano entra nel governo con l’incarico di ministro della cultura popolare. Il Minculpop è un dicastero chiave in quanto ha il controllo dell’informazione, della cinematografia e dello spettacolo, tutti strumenti utili alla propaganda fascista.
La coppia ha tre figli: Fabrizio (1931), Raimonda (1933) e Marzio (1937). La famiglia Ciano trascorre le estati sull’isola di Capri, ospite abituale dell’Hotel Quisisana. Galeazzo preso dai suoi incarichi ministeriali a Roma si vede meno spesso sull’isola. In verità preferisce la villa di Antignano e la Versilia con la mondana Viareggio. A Capri i bambini Ciano sono conosciuti e benvoluti da tutti gli isolani. Sono molto educati grazie alla loro governante, Greta Moerbitz, una tedesca molto rigida che pretende un’ubbidienza assoluta dai tre bambini. Gli orari di Edda mal si adattano agli orari dei propri figli che, grazie alla loro teutonica guida, fanno vita regolare. La contessa si alza molto tardi la mattina, va al mare ai Faraglioni, dove pranza presso lo stabilimento balneare. Incrocia i suoi bambini mentre si accingono a rientrare in albergo per il pranzo. Sono al mare già di buon mattino accompagnati dalla governante. Le serate di Edda sono sempre occupate da eventi mondani. È assidua frequentatrice del Circolo del Tennis a via Camerelle e dei night club dell’isola. La felicità di Edda giunge al suo culmine quando nel 1938 è pronta Villa Ciano al Castiglione di Capri, una residenza di 30 camere costruita a tempo di record, situata a metà strada sulla collina del Castiglione. La stradina che la raggiunge viene resa carrabile dall’amministrazione comunale. Edda, in assenza del marito, non si fa mancare distrazioni sentimentali. Anche Galeazzo ha le sue amanti. Tutto ciò non pregiudica il loro rapporto che è affettuoso, ma che concede molte libertà reciproche. Tra le amicizie intime di Edda troviamo il conte Raimondo Lanza di Trabia, l’ispiratore della canzone di Domenico Modugno “Vecchio Frack”, scritta in occasione del suicidio del nobile siciliano. Raimondo Lanza in quel periodo è il fidanzato ufficiale di Susanna Agnelli. Anche il marchese Emilio Pucci viene ascritto tra gli amanti capresi di Edda. È uno dei frequentatori più assidui della contessa, tanto da far vacillare il matrimonio con Galeazzo. Tutto quel che succede a Capri viene riportato al duce. Mussolini è rassegnato a queste avventure, ben conoscendo il carattere ribelle della figlia. L’unica frequentazione a cui si oppone è quella con Pietro Capuano, poiché non la giudica all’altezza per via dell’origine bottegaia della famiglia Capuano.
Pietro è sempre riconoscibile per il suo abbigliamento dandy: indossa spesso dei pantaloni rosso vivo. Tutti lo chiamano con il soprannome “Chantecler”. Rampollo di una famiglia di gioiellieri napoletani è un apprezzato gemmologo. Aveva visitato Capri per la prima volta nel 1927. Accompagnava un suo cliente, principe indiano, che aveva espresso il desiderio di conoscere l’isola. Pietro rimane folgorato dalla bellezza di Capri. Acquista una villa a via Tragara, trasferendosi sull’isola dove apre una gioielleria insieme al suo amico Salvatore Aprea. Il nome della gioielleria è Chantecler.
Gli agenti della polizia politica, sempre presenti sull’isola, contattano il gioielliere diffidandolo dall’avvicinare e dal frequentare la figlia del duce. Il giovane napoletano rischia finanche di finire al confino a Carbonia, a lavorare in miniera. Il deciso intervento di Edda presso il padre gli evita la deportazione.
Galeazzo, a differenza della moglie, che è una appassionata assertrice dell’alleanza con i tedeschi, non è entusiasta delle scelte di politica estera del suocero. Hitler in persona mette in guardia Mussolini rivelandogli quello che il duce già sa molto bene. Hitler parla di un traditore in famiglia, riferendosi a Galeazzo Ciano. Nella sua veste di ambasciatore presso il Vaticano il conte Ciano ha intensi contatti con monsignor Montini, futuro papa Paolo VI, attraverso il quale riesce ad avere contatti con la diplomazia e i ministri degli esteri della Francia e del Regno Unito anche dopo la dichiarazione di guerra che lui stesso ha presentato a quelle nazioni. Ciano scrive dei minuziosi diari in cui è raccontata tutta la sua attività e le sue considerazioni del periodo in cui copre il ruolo di ministro degli esteri.
Dopo l’entrata in guerra a fianco dei tedeschi, Mussolini dà il via all’invasione dell’Albania. Edda è sulla nave ospedale “Po” in veste di crocerossina. Il 14 marzo 1941 la nave raggiunge Valona per imbarcare i nostri soldati feriti e rimpatriarli. Nella notte, circa alle 23, un’imbarcazione inglese, il cui capitano non si rende conto che si tratta di una nave ospedale a causa del buio, lancia un siluro contro la “Po”. La nave si appoppa e in pochi minuti affonda. Si contano 23 vittime tra cui tre crocerossine. Edda Ciano si lancia in mare e raggiunge a nuoto una scialuppa semiaffondata alla quale si aggrappa. Viene salvata da un peschereccio che avvista la scialuppa un’ora dopo l’affondamento. Edda, intrepida, non si lascia intimorire da quanto le è capitato. Continua la sua attività di crocerossina fino al 1943.
Il 25 luglio 1943 Ciano partecipa, quale membro del Gran Consiglio del Fascismo, alla seduta nella quale viene approvata la mozione presentata da Dino Grandi contro il capo del governo Benito Mussolini. Ciano vota a favore della mozione. Crede che la mozione, di cui Mussolini è consapevole, non danneggi il suocero. Subito dopo l’approvazione della mozione di sfiducia Mussolini si reca a Villa Savoia per informare Vittorio Emanuele III della situazione di crisi nella quale si trova il governo. Durante il colloquio, che subito si presenta molto teso, il re tiene in tasca una pistola pronta a far fuoco. Teme la reazione a quello che ha intenzione di fare. Il capo del governo si lascia sfuggire la parola dimissioni. È la parola magica che Vittorio Emanuele III aspetta. Coglie al volo l’occasione e accetta le dimissioni considerandole come presentate, senza dar tempo al duce di precisare meglio il suo pensiero. Mussolini, che non si era opposto nel far inserire la mozione di Grandi nell’ordine del giorno del Gran Consiglio, era convinto che un voto sfavorevole si sarebbe risolto con un rimpasto di governo, senza gravi conseguenze per lui. Non aveva considerato la determinazione di Vittorio Emanuele che ritiene ormai al tramonto la parabola di Mussolini e del Fascismo, vista la tragedia della guerra. Lo sbarco in Sicilia degli inglesi, guidati dal generale Montgomery, e quello degli americani, con in testa il generale Patton, avvenuti il precedente 9 luglio, risultano decisivi per decisioni del re. Mussolini esce da Villa Savoia, nascosto in un’ambulanza, in stato di arresto.
Nonostante la fuga di tutte le massime autorità dello stato da Roma, la famiglia Ciano resta nella capitale, facendo conto sui rapporti amichevoli che Edda Ciano ha conservato con le autorità tedesche. Nell’agosto del 1943 Edda concorda con i tedeschi il trasferimento della sua famiglia a Monaco di Baviera da dove conta di trasferirsi con marito e figli in Spagna. Nel frattempo Galeazzo Ciano viene additato dagli altri esponenti fascisti come un traditore. Tutta la famiglia Ciano rimane bloccata in Germania. Galeazzo è estradato in Italia su richiesta della neonata repubblica di Salò. Nel successivo processo di Verona viene condannato alla fucilazione assieme agli altri membri del Gran Consiglio che avevano votato contro Mussolini. Edda Ciano si muove freneticamente per salvare la vita di Galeazzo. Si rivolge più volte al padre per evitargli la pena di morte. Mussolini non interviene, forse per timore di una reazione di Hitler. Edda minaccia di rendere pubblici i diari del marito che evidentemente riportano episodi imbarazzanti riguardanti il duce e il suo entourage. In questo frangente appare l’ambigua figura della bella ventiduenne tedesca Felizitas Beetz, il cui vero nome è Hilde Purwin. Felizitas è una giornalista tedesca, laureata in lingua italiana all’università di Lipsia. È anche un’agente dei servizi segreti della Germania. La missione che gli viene affidata dal tenente colonnello Höttl, che ha l’incarico di sorvegliare i Ciano durante la loro forzata permanenza a Monaco di Baviera, è quella di recuperare i diari segreti di Ciano. Sono numerosi gli incontri tra la bella giornalista e l’ex ministro degli esteri italiano. Nasce tra i due una storia d’amore. Edda, sebbene al corrente dei sentimenti del marito nei confronti di Felizitas, stringe una sincera amicizia con la giornalista. Spera, con il suo aiuto, di riuscire a contrattare la consegna dei diari in cambio del trasferimento della sua famiglia in un paese neutrale. Gli incontri continuano anche dopo la traduzione in Italia di Galeazzo, che viene rinchiuso nel carcere degli Scalzi a Verona. Frau Beetz architetta un piano che prevede l’intervento di militari tedeschi i quali, con un’azione di forza, avrebbero dovuto liberare Ciano. Tutto questo in cambio della consegna dei diari da parte di Edda che li conserva gelosamente. Himmler è d’accordo. Invia due SS che si sarebbero dovuti travestire da militi fascisti, per presentarsi al carcere degli Scalzi e, con la complicità di due guardie, liberare Ciano, trasferendolo in Turchia. Hitler è all’oscuro dell’operazione che viene chiamata “Conte”. Viene a conoscenza di quando si sta organizzando da von Ribbentrop e Goebbels. Su ordine di Hitler l’operazione è annullata il giorno prima che abbia luogo. Ormai la sentenza è pronunciata. Galeazzo, informato del fallimento dell’operazione dalla giornalista tedesca, affida a lei l’ultimo saluto a Edda il giorno che precede alla sua fucilazione.
Edda si procura dei documenti falsi per lei e i suoi figli ed espatria in Svizzera. Viene ospitata in un convento di suore domenicane. Dopo la caduta della Repubblica di Salò e la fucilazione del padre le autorità svizzere espellono verso l’Italia la contessa Ciano, consegnandola alle forze alleate per evitare episodi di giustizia sommaria. La vedova Ciano subisce un processo nel quale viene condannata a due anni di confino a Lipari e alla confisca di tutti i suoi beni, compresa la villa di Capri. A Lipari viene ospitata in una confortevole casa che in precedenza era stata utilizzata come alloggio per i confinati del regime fascista Ferruccio Parri e i fratelli Rosselli. È sola poiché ha lasciato i suoi tre figli in Svizzera ospiti delle suore. Non ha voluto che la vedessero rinchiusa in carcere, subire un processo per poi essere relegata al confino. Assiste regolarmente alla messa nella chiesa locale dove si fa accompagnare da una giovane del luogo che considera come una sua dama di compagnia. Mentre si trova al confino riceve una cartolina da Pietro Capuano che le rammenta che: “A Capri avete un amico”, forse l’unico che nel triste frangente della condanna e del confino non nasconde la sua amicizia con la contessa. Edda, nelle lunghe e oziose giornate trascorse sull’isola, conosce un partigiano comunista del luogo, Leonida Buongiorno. Leonida è una persona raffinata e di grande cultura, conosce i versi dell’Odissea a memoria, e non manca di citarli nelle occasioni giuste. Si frequentano. Poco per volta il legame di amicizia si trasforma in amore. I due trascorrono insieme giorni di grande passione. Quando Edda viene liberata dal confino i due si rendono conto che l’amore non riuscirà a tenerli legati. Edda ha fretta di tornare a Roma, a Capri o nella villa di Antignano, nonostante che le sue proprietà siano state requisite. Leonida si rifiuta di seguirla. Non vuole lasciare la sua amata isola e non desidera stare sotto i riflettori mediatici quale compagno della figlia del duce. La contessa Ciano, così si fa chiamare da tutti rinnegando il cognome Mussolini a causa del risentimento nei confronti del padre, che non aveva voluto sottrarre il marito Galeazzo al suo tragico destino, rientra sulla terraferma nel giugno del 1946. Ha scontato solo un anno di confino, liberata in anticipo in seguito all’amnistia relativa a tutti i reati politici voluta da Palmiro Togliatti, all’epoca ministro della giustizia.
Senza soldi, senza casa, è costretta a farsi ospitare dai suoceri. Edda non è donna che si arrende facilmente alle avversità. Fa causa allo stato italiano per riavere i beni che le sono stati confiscati. Vuole dimostrare in giudizio che le case e le ville sono state acquistate con soldi di provenienza lecita, frutto del lavoro del marito o provenienti dal ricco patrimonio della famiglia Ciano.
Rammentando la cartolina ricevuta da Pietro Capuano durante la permanenza a Lipari, gli scrive una lettera chiedendogli di trovarle una pensione economica, qualunque essa sia. Vuole presto tornare sull’isola da lei tanto amata. Giunta a Capri riprende la sua solita vita e riallaccia le vecchie amicizie. L’amica del cuore, da cui non si separa mai durante i soggiorni capresi, è Anna Grazioli, nobile romana moglie del principe napoletano Francesco Caravita di Sirignano, da tutti conosciuto con il soprannome di Pupetto. La contessa Ciano, in compagnia di Anna Grazioli, riprende a frequentare il Circolo del Tennis, il Bar Tiberio e i night club dell’isola. A conclusione del giudizio intentato contro lo stato italiano tutte le proprietà requisite le vengono restituite. Riprende possesso di Villa Ciano, eleggendola a sua residenza principale. Il rapporto di amicizia con Pietro Capuano si trasforma ben presto in una relazione. Edda Ciano, Chantecler, Pupetto di Sirignano e sua moglie Anna Grazioli animano le notti capresi nei ritrovi, nei ristoranti, nei night club e nelle sale del circolo del tennis di via Camerelle. Il principe Pupetto e Chantecler si esibiscono in exploit dandy durante le loro notti brave. Questi due eccentrici ispireranno al regista Luigi Comencini i personaggi capresi del film “L’imperatore di Capri” interpretati da Totò e dalla sua spalla Mario Castellani nel 1949. Con il trascorrere degli anni Edda Ciano dirada le sue presenze sull’isola. Preferisce la vita tranquilla nel suo appartamento romano. L’ultima volta che si reca a Capri è nel 1982, in occasione del funerale di Pietro Capuano, il suo miglior amico, sicuramente il più fedele. Dopo aver salutato per l’ultima volta Chantecler, lascia l’isola per ritirarsi definitivamente a Roma. Si spegne nella sua abitazione il 9 aprile del 1995. Viene sepolta accanto alla tomba del marito nel cimitero di Livorno. La vita di Edda Ciano è stata il soggetto di diversi film. Carlo Lizzani gira nel 1962 “Il processo di Verona” con Silvano Mangano e Frank Wolff. Nel 2005 viene prodotto la fiction televisiva “Edda”, regia di Giorgio Capitani, con Alessandra Martines nel ruolo della contessa Ciano e Massimo Ghini nel ruolo di Galeazzo Ciano. Nel 2011 la RAI produce il lungometraggio “Edda Ciano e il comunista”, diretto da Graziano Diana, con Stefania Rocca nel ruolo di Edda e Alessandro Preziosi nel ruolo di Leonida Buongiorno.
(Foto in alto: Edda Ciano, al centro, a Pechino nel 1931)