
NAPOLI AL TEMPO DI …
di Silvano Napolitano
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Nel VI secolo Bisanzio aveva preso il sopravvento su Roma. L’imperatore Giustiniano regnava su un impero che si espandeva sempre di più. I suoi generali Belisario e Narsete avevano intrapreso varie spedizioni militari per la “Restauratio Imperii”, portando sotto il controllo di Bisanzio gran parte dell’Impero Romano d’Occidente, Italia compresa. In questo periodo nacque e si fece largo, nonostante le umili origini, Teodora, una donna di eccezione che aveva sposato Giustiniano nel 527. Ebbe il titolo di “Augusta” quando il marito fu acclamato imperatore.
Teodora era nata presumibilmente nell’anno 500 a Costantinopoli. Secondo alcuni storici era figlia di un senatore. Altri la fanno nascere a Cipro o nella Paflagonia per poi trasferirsi a Costantinopoli. Il suo principale biografo, Procopio di Cesarea, un suo acerrimo nemico che narra le vicende della Basilissa Teodora nella sua opera “Storia segreta”, ci informa che Teodora era figlia di un guardiano dell’ippodromo della capitale dell’Impero d’Oriente. Questi morì prematuramente lasciando senza mezzi di sussistenza la famiglia. Per tale motivo Teodora, insieme a sua sorella Comitò, divenne attrice per dar da vivere ai propri cari. In quell’epoca “attrice” e “prostituta” erano sinonimi. Esercitare l’attività di attrice significava anche praticare il sesso a pagamento.
Procopio da Cesarea scrive nella sua Storia Segreta che Teodora, adolescente, si appartava anche con 10 giovanotti contemporaneamente e, dopo averli sfiniti, passava ad intrattenere i loro servi, praticando anche rapporti contro natura. Ma, sempre a detta di Procopio, a cui la moglie di Giustiniano non stava proprio simpatica, anche con questi “tour de force” non riusciva a soddisfare i propri ardori.
In questo periodo la giovinetta ebbe due figli. Il primo, un maschio, fu affidato al padre. Dopo la morte del genitore il giovane, a cui era stata rivelata l’identità della madre nel frattempo diventata imperatrice, si presentò a Teodora che lo sistemò presso persone fidate. Non voleva che il marito Giustiniano venisse a conoscenza dell’esistenza di un figlio. La seconda era una femmina della quale Teodora si prese cura personalmente facendola poi sposare con un dignitario di corte.
Nel 518 Teodora divenne la preferita di Ecebolo, che la condusse con sé in Libia essendo governatore di quella regione. Ad Alessandria la giovane conobbe il patriarca Timoteo che la convertì al “Monofisismo”. Questa era una corrente religiosa nata nel V secolo che negava la doppia natura di Gesù. La natura umana era sottostante a quella divina che quindi era la sola ad avere rilevanza in Cristo.

RACCONTI DA CAPRI
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Finita la relazione con Ecebolo si mise in viaggio per tornare a Costantinopoli. Durante una sosta ad Antiochia conobbe Macedonia, una ballerina amica di Giustiniano, nipote dell’imperatore Giustino I. Nel 522, tramite Macedonia, Teodora allacciò una relazione con Giustiniano, il quale era di 20 anni più anziano. Questo non rappresentò un ostacolo per la storia d’amore tra i due.
Eufemia, la moglie di Giustino I, venuta a conoscenza del passato poco onorevole di Teodora, ne impedì il matrimonio con il nipote. L’adesione della giovane al Monofisismo non facilitò le cose. I seguaci di questa corrente religiosa erano perseguitati nell’impero. La coppia dovette attendere la morte di Eufemia affinché l’imperatore Giustino, che aveva preso in simpatia Teodora, ne permettesse il matrimonio con Giustiniano.
Il 1° agosto del 527 Giustino I morì. Giustiniano, che era stato nominato co-imperatore nell’aprile di quell’anno, fu acclamato al trono imperiale. Teodora ebbe il titolo di “Augusta”. Rivelando una inaspettata abilità politica, spesso si intrometteva nelle questioni di stato. Impose la sua visione anche in quelle religiose e militari. I suoi detrattori narrano che nei sotterranei del suo gineceo ci fossero immense prigioni dove faceva rinchiudere i propri nemici. Contribuiva al suo potere l’amicizia con Antonina, moglie del generale Belisario, “magister militium” dell’impero.
Durante la rivolta di Nika, quando il marito Giustiniano, temendo di essere usurpato, aveva deciso di fuggire via da Costantinopoli, Teodora lo incitò a restare nella capitale e a combattere i suoi nemici, anche a costo della vita. Secondo lo storico Procopio le sue parole furono: «Il trono è un glorioso sepolcro e la porpora è il miglior sudario».
Fu lei a mandare per le strade della capitale i generali Belisario e Narsete con le loro truppe. L’intervento dell’esercito provocò un bagno di sangue tra i rivoltosi, riportando l’ordine nella città. La basilica di Santa Sofia, andata distrutta durante la rivolta, fu ricostruita a cura dell’imperatrice.
Teodora, pur non apparendo mai in pubblico, fu la protagonista della vita civile e politica di Costantinopoli. Ricordando i suoi tristi trascorsi nei postriboli della città fece approvare una legge che proteggeva le fanciulle dalla prostituzione. Pene severe furono previste per i lenoni che riducevano in schiavitù le loro protette. Inoltre Teodora creò un ricovero per le prostitute che intendevano cambiar vita. Il convento, detto della “Matanoia”, era situato sulla sponda asiatica della città.
La moglie di Giustiniano difese a spada tratta i monofisisti. Quella era un’epoca in cui le disgressioni dalla religione ufficiale venivano punite con la morte. In effetti la politica a favore dei suoi correligionari era funzionale alla politica di Giustiniano poiché la gran parte di questi seguaci apparteneva al ceto borghese, che in tal modo si affiancava agli aristocratici nell’appoggiare l’imperatore. Inoltre la protezione accordata ai seguaci del monofisismo contribuiva a tener tranquille le province orientali dell’impero, in particolare Egitto e Siria, dove era particolarmente diffuso questo credo. I contrasti pubblici tra Giustiniano e la moglie per via delle differenti vedute politiche erano solo ad uso dei sudditi. In realtà l’imperatore era in pieno accordo con le iniziative di Teodora.

I BONAPARTE. Una storia quasi italiana
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Nel 541 Giovanni di Cappadocia, prefetto del Pretorio, organizzò un colpo di stato ai danni di Giustiniano per sostituirlo sul trono imperiale. Mal gliene incolse poiché tra i congiurati figurava anche Antonina, moglie di Belisario e amica di Teodora. Sembra che Antonina fosse una delle promotrici della congiura. Non sapeva, Giovanni, che Antonina era l’agente segreta di Teodora e tutto era stato organizzato per liberarsi di lui che aveva cercato di mettere l’imperatrice in cattiva luce nei confronti di Giustiniano. In una riunione dei congiurati parteciparono, nascondendosi, il generale Narsete e Marcello, capo delle guardie palatine. Avuta la certezza dell’intenzione di rovesciare il trono di Giustiniano, i due intervennero armi in pugno. Giovanni riuscì però a fuggire. Fu costretto a farsi prete per sfuggire alla giustizia. Dopo ulteriori oscure vicende venne incarcerato.
Teodora fu protagonista, tramite la sua amica Antonina, della “Guerra gotica” condotta dal generale Belisario per riportare l’Italia sotto il controllo bizantino. Fu l’ispiratrice della destituzione di papa Silverio che, seguendo le tesi del Concilio di Calcedonia, era un persecutore dei monofisisti. Il nuovo papa Vigilio fu scelto da Teodora in persona a patto che annullasse gli effetti del Concilio di Calcedonia e smettesse di perseguitare i suoi correligionari.
Nel 548 Teodora si ammalò e morì a causa di un tumore al seno. Era la prima volta che tale malattia veniva ufficialmente diagnosticata. Fu sepolta nella chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli. Dopo la morte della moglie l’imperatore Giustiniano si trovò scoperto nei confronti della borghesia dell’impero, che Teodora aveva tenuto sotto controllo con la sua abilità politica. Nonostante crescenti difficoltà, gli riuscì di conservare il potere fino alla morte avvenuta nel 565. Non avendo avuto figli aveva indicato come suo successore il figlio della sorella, che divenne imperatore con il nome di Giustino II. Giustiniano e Teodora furono dichiarati santi dalla chiesa ortodossa. Vengono ricordati congiuntamente il giorno 14 novembre del calendario liturgico di quella religione.
(Immagine in alto: Teodora e la sua corte, mosaico nella Basilica di San Vitale di Ravenna, foto 2015 Petar Milošević. CC BY-SA 4.0)