La regina Vittoria del Regno Unito era considerata la nonna di tutti i regnanti d’Europa. I suoi nove figli avevano sposato rampolli di famiglie reali e nobili di alto lignaggio. Alcuni dei suoi figli e nipoti divennero i sovrani in vari paesi europei.
Alessandrina Vittoria era nata a Londra il 24 maggio del 1819. Era figlia del quintogenito di re Giorgio III, il Duca di Kent Edoardo. La madre era la principessa tedesca Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld. La nonna paterna era la regina consorte Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, discendente diretta di Margarita de Castro y Sousa, una portoghese vissuta nel 1400, a sua volta discendente del re del Portogallo Alfonso III e della sua amante africana Mourana Gib. Per tale motivo sorsero polemiche e dicerie sul conto di Vittoria nella cui figura alcuni riscontravano tratti somatici tipici degli africani.
Nel 1820, quando Vittoria era ancora in fasce, morirono il nonno Giorgio e il padre Edoardo. I suoi due zii, il re Giorgio IV e il Duca di York Federico Augusto non avevano avuto figli, mentre il terzo zio Guglielmo IV, che succedette al fratello Giorgio dopo il suo decesso nel 1819, aveva due figlie, ambedue morte prematuramente. La quartogenita di Giorgio III, Carlotta di Wüttemberg era deceduta senza prole in vita nel 1828. Alla morte di Guglielmo IV, avvenuta nel 1837, Alessandrina Vittoria, prima nella linea di successione, divenne la Regina Vittoria del Regno Unito.
Nel 1840 Vittoria convolò a nozze con un principe tedesco, il cugino Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. La casata reale del Regno Unito, Hannover, cambiò in Sassonia-Coburgo-Gotha, ovvero in Wettin, che era il cognome di Alberto. Nel 1917 Giorgio V ritenne di cambiare il nome della dinastia inglesizzando il cognome Wettin e il nome della casata Sassonia-Coburgo-Gotha in un più casalingo Windsor, il nome del loro castello preferito, a causa dei sentimenti antitedeschi provocati dal primo conflitto mondiale.
Dal matrimonio tra Vittoria e Alberto nacquero nove figli. La primogenita venne alla luce nel novembre del 1840 e le fu dato il nome di Vittoria. L’anno successivo nacque Edoardo, l’erede al trono. Nel 1843 fu Alice ad essere messa al mondo, seguita nel 1844 da Alfredo. Fu poi la volta di Elena che emise il primo vagito nel 1846 e Luise che vide la luce due anni dopo. Artuto, Leopoldo e Beatrice nacquero rispettivamente nel ‘50, ‘53 e ‘57.
Il principe consorte Alberto era un abile politico. Vittoria poté quindi liberarsi di Lord Melbourne, che era stato suo consigliere personale nei primi anni di regno, la cui azione era considerata dalla regina troppo invadente, sostituendo i diktat dello stesso con i preziosi consigli del marito. Uno dei primi provvedimenti sollecitato dalla regina e approvato dal parlamento, nonostante l’opposizione del governo tory in carica, fu l’eliminazione dell’imposta d’importazione sui cereali. In conseguenza di ciò furono presentate le dimissioni dal primo ministro Peel. Un nuovo governo diretto dal whig conte John Russell sostituì quello diretto da Peel.
Nel 1841 il giovane diciottenne Edward Oxford, terzo di sette figli di una vedova, acquistò due pistole e della polvere da sparo. Si esercitò in vari poligoni di tiro. Il 10 giugno alle 4 del pomeriggio Edward aspettò la regina nei pressi di Buckingham Palace. Al passaggio della carrozza reale il giovane si fece avanti ed esplose alcuni colpi con le due pistole che impugnava. Le pallottole non giunsero a segno e non ferirono la sovrana. Edward Oxford fu bloccato dai presenti e arrestato. Sottoposto a processo nel successivo mese di luglio affermò che le armi erano state caricate con polvere da sparo senza pallottole e che aveva sparato alla regina solo per ottenere notorietà. Altre testimonianze, tra cui quelle di eminenti medici, evidenziarono che il giovane attentatore era un malato mentale. Per tale motivo fu condannato a essere ricoverato in manicomio. Diversi anni dopo venne liberato per il buon comportamento tenuto durante la reclusione. Fu comunque costretto a lasciare l’Inghilterra e a vivere in Australia dove, con il nome di John Freeman, si sposò e divenne il guardiano della cattedrale di St. Paul di Melbourne. Redasse articoli per il quotidiano cittadino “The Argus” e nel 1888 scrisse “Lights and shadows of Melbourne life”. Morì a Melbourne nel 1900.
La regina Vittoria e il marito inaugurarono la prima tratta ferroviaria inglese viaggiando tra Windsor e la stazione di Paddington di Londra. Era il 1942 e quella fu la prima delle numerose linee ferrate che furono costruite in terra britannica.
In quell’anno un secondo attentatore cercò di uccidere la regina. Il 29 maggio John Francis attese la regina e quando la carrozza reale giunse a tiro tentò di sparare ma la pistola fece cilecca. Nessuno si accorse di quel gesto. Non si scoraggiò. Il giorno successivo aspettò nuovamente che la sovrana le passasse davanti. Sparò di nuovo ma questa seconda volta sbagliò mira e Vittoria uscì indenne anche da questo attentato. John Francis fu arrestato e condannato a morte per alto tradimento. La pena fu poi trasformata nell’esilio a vita.
Non passarono 10 giorni dalla sentenza che un altro giovane, John William Bean, attentò alla regina. Questo però fu solo un gesto dimostrativo poiché l’arma era stata caricata con un po’ di polvere da sparo, carta e tabacco. A questo punto fu promulgata una legge che puniva chiunque tentasse anche solo di spaventare la sovrana. Erano previsti sette anni di carcere e la fustigazione. Bean dovette scontare l’intera pena.
Nel 1843 la regina Vittoria con il marito Alberto si recarono in Francia, dove incontrarono in Normandia il re Luigi Filippo. Era dal 1520 che i sovrani d’Inghilterra non si recavano nel paese vicino. La visita fu ricambiata l’anno successivo. Luigi Filippo si rifugiò poi a Londra dopo la caduta della monarchia francese nel 1848.
Un iniziale innamoramento per l’Irlanda della famiglia reale inglese, che si recò più volte nella cittadina turistica di Killarney per periodi di riposo, fu seguito da lunghi anni di freddezza verso gli isolani a causa delle mancate congratulazioni dei politici locali in occasione del matrimonio del principe ereditario Edoardo. Nel 1845 ci fu in Irlanda la Great Famine, la carestia causata dalla malattia delle patate che distrusse per diversi anni i raccolti di quello che rappresentava il più diffuso cibo degli irlandesi. La Great Famine causò un milione di vittime e una grande emigrazione verso gli Stati Uniti. La mancanza di un intervento del governo a favore della popolazione colpita fece nascere il sentimento d’indipendenza che poi sfociò nella creazione dello Stato Libero d’Irlanda nel 1921.
Nel 1849 un giovane irlandese di nome John Hamilton si esibì alla presenza della regina sparando ripetutamente con una pistola a salve. Ebbe anche lui sette anni di carcere da scontare. L’anno seguente fu il turno di un ex ufficiale dell’esercito di sfogare le sue frustrazioni nei confronti di Vittoria d’Inghilterra. Robert Pate la colpì con il suo bastone da passeggio causandole una leggera ferita. Ebbe la solita condanna a sette anni di carcere.
Nel 1851 fu allestita la Prima Esposizione Mondiale nella città di Londra. A occuparsi personalmente della sua organizzazione fu il Principe Alberto. La mostra ebbe un grande successo. Giunsero nella capitale britannica visitatori da tutto il mondo. In tale occasione fu inaugurato il Museo che oggi è chiamato Victoria and Albert Museum.
Allo scoppio della Guerra di Crimea nel 1853 il Regno Unito sembrò simpatizzare per la Russia dello Zar. La regina intervenne personalmente nell’appoggiare invece la partecipazione al conflitto dalla parte della Francia, dell’Impero Ottomano e del Regno di Sardegna contro l’esercito russo. Le gesta dei soldati del Regno Unito furono premiate dalla regina col conferimento della Victoria Cross ai reduci più meritevoli. L’onorificenza era stata istituita proprio in occasione di quel conflitto.
Il 14 dicembre del 1861 il principe consorte Alberto morì a causa di una congestione polmonare subentrata a una insistente febbre tifoidea. La vedova Vittoria, provata dalla perdita del marito, indossò abiti a lutto per il resto della vita. Inoltre prese definitivo alloggio nel castello di Windsor. Per tale motivo fu chiamata “Window of Windsor”. Aveva la compagnia di poche e fidate dame. In particolare era affezionata a una sua giovane parente, Lady Florence Trevelyan, nipote di sua cugina Lady Maria Wilson. Uno scandalo coinvolse il figlio Edoardo. L’erede al trono, sposato con Alessandra di Danimarca, era diventato l’amante di Florence Trevelyan. La regina fu costretta a intervenire per interrompere la tresca. Florence fu invitata a trasferirsi fuori dall’Inghilterra. Si sistemò in Sicilia, nella cittadina di Taormina, dove visse per il resto della vita godendo di un generoso appannaggio concessole dalla sua amica Vittoria.
La sovrana si soffermava sempre più spesso nel castello di Balmoral in Scozia. Qui strinse una stretta amicizia con il servo, addetto alle scuderie del castello, John Brown. Brown apparteneva a una modesta famiglia scozzese. Era di una onestà e rettitudine esemplare. La dedizione alla sua regina era completa, senza riserve e ambizioni economiche o di potere. L’amicizia tra Vittoria e l’aitante scudiero durò per tutta la vita di quest’ultimo. La cosa suscitò un mare di pettegolezzi. Poiché John Brown alloggiava nella camera accanto a quella della regina, si vociferava che i due fossero amanti, tanto che Vittoria veniva appellata come “Lady Brown”. Il cappellano della regina, secondo la versione molto controversa di un politico dell’epoca, confessò sul letto di morte di aver unito la regina e John Brown in un matrimonio segreto. Tutto questo e l’assenza della regina a Londra contribuirono a diminuire l’influenza della stessa sul governo, tanto che la sovrana non riuscì a bloccare la legge, la Reform Act del 1867, che estendeva il suffragio alla classe operaia.
Nel 1872 Arthur O’Connor presentò alla regina una petizione per la liberazione di alcuni prigionieri irlandesi. Nel presentare la petizione le puntò una pistola, fortunatamente scarica, contro per meglio convincerla ad accettare la petizione. John Brown, che si trovava al suo fianco, intervenne energicamente spingendo a terra O’Connor che fu poi bloccato. L’attentato risvegliò nella popolazione l’attaccamento alla sua sovrana.
Nel 1874, in seguito alle elezioni vinte dai conservatori, divenne primo ministro Benjamin Disraeli. Questi era un ebreo sefardita la cui famiglia era originaria dell’Italia, anche se lui dichiarava di avere lontane radici portoghesi. Il governo conservatore curò in particolare il consolidamento dell’impero. L’India, fino ad allora amministrata dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali, fu annessa direttamente all’impero e amministrata da Londra. La regina Vittoria divenne anche Imperatrice dell’India. Un rafforzamento militare condusse a una espansione del potere britannico. La guerra anglo-afgana e la guerra anglo-zulu permise al Regno Unito di ampliare la propria zona di influenza all’Afghanistan e al Sudafrica.
Nel 1882 lo scozzese Roderick Maclean mosse l’ennesimo attentato contro la regina Vittoria. Sparò alla sovrana ma mancò il bersaglio. Fu condannato ad essere recluso a vita in un manicomio criminale. La formula che lo condannò “non colpevole, ma pazzo” ebbe la riprovazione reale. In seguito fu introdotta la formula “colpevole, ma pazzo”.
Il 27 marzo del 1883 si spense l’amato servitore John Brown a causa di una erisipela che lo aveva paralizzato. La regina incaricò il poeta Alfred Tennyson di scrivere un elogio funebre per la lapide del suo più fedele e disinteressato amico.
Nel 1887 fu assunto un indiano di religione mussulmana, Abdul Karim, nella servitù del palazzo reale. Questi divenne il valletto personale della regina. Alcuni membri della cerchia reale pettegolarono che Abdul Karim avesse preso il posto di John Brown. Tali voci furono stroncate dalla sovrana che le etichettò come dettate da razzismo.
Il 22 gennaio del 1901, dopo 64 anni di regno, la regina Vittoria si spense nella Osborne House, la residenza reale sull’isola di Man dove l’anziana sovrana trascorreva le feste natalizie. Fu sepolta nel Mausoleo Frogmore accanto al marito. Nelle ultime volontà chiese che nella sua tomba ci fossero ricordi del marito e del suo fedele John Brown. Abdul Karim fu rispedito in India accompagnato da una sostanziosa rendita.
La regina Vittoria del Regno Unito fu considerata la nonna d’Europa, poiché i suoi figli e i suoi numerosi nipoti si erano coniugati con membri di molte delle case regnanti europee:
- Vittoria sposò Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia, ed ebbe 8 figli, tra cui Guglielmo II di Germania, re di Prussia e imperatore di Germania, e Sofia che sposò Costantino I, re dei Greci;
- Edoardo futuro re del Regno Unito con l’ordinale VII, si coniugò con Alessandra di Danimarca avendo 6 figli, tra cui l’erede al trono del Regno Unito Giorgio e Maud che si unì in matrimonio con Haakon VII, re di Norvegia;
- Alice si maritò con il granduca Luigi IV d’Assia; tra i suoi 7 figli ci furono Irene che sposò Enrico di Prussia, figlio dell’imperatore Federico III, e Alice che divenne zarina al fianco di Nicola II, ultimo zar di Russia.
- Alfredo sposò Marija Aleksandrovna Romanova avendo 5 discendenti; tra questi Maria si unì al re Ferdinando I di Romania, Vittoria Melita ebbe al fianco il granduca Ernesto Luigi d’Assia e Beatrice si maritò con l’infante di Spagna Alfonso d’Orleans;
- Elena, 6 figli, era andata sposa al principe Cristiano di Schleswig-Holstein; il figlio Alberto fu duca di Schleswig-Holstein;
- Luisa non ebbe prole con il Duca John Campbell di Argyll;
- Arturo si unì in matrimonio con Luisa Margherita di Prussia, duchessa di Connaught e Strathearn, ed ebbe tre pargoli; la primogenita Margherita divenne principessa di Svezia accanto al marito re Gustavo VI Adolfo di Svezia;
- Leopoldo sposò Elena di Waldeck e Pyrmont duchessa d’Albany, ebbe due figli, di cui Carlo Edoardo fu l’ultimo duca regnante di Sassonia-Coburgo- Gotha.
- Beatrice si unì in matrimonio con Enrico di Battenberg, principe d’Assia, mise al mondo quattro figli; tra questi Vittoria Eugenia sposò il re di Spagna Alfonso XIII.
Alcuni dei discendenti della Regina Vittoria ereditarono dalla stessa, portatrice sana del gene, la grave malattia dell’emofilia. Questa comportava grandi difficoltà nella coagulazione del sangue. Alessio Romanov, figlio ed erede dello zar Nicola II di Russia, fu colpito gravemente dalla malattia. Comunque non fu l’emofilia a ucciderlo in giovane età, bensì i rivoluzionari bolscevichi che trucidarono tutta la famiglia Romanov a Ekaterinburg il 17 luglio del 1918.
(Foto in alto: Vittoria e John Brown a Balmoral, 1863. Fotografia di G.W. Wilson)